Vulcaniti dell’Arcipelago dei Ciclopi ed Acitrezza
Il sito denominato “Vulcaniti dell’arcipelago dei Ciclopi e Acitrezza” è ubicato nel tratto di mare antistante Acitrezza, una frazione del Comune di Aci Castello (CT) nota per essere il luogo in cui Giovanni Verga ambientò il romanzo “I Malavoglia”. Tale sito ricade inoltre all'interno dell'Area Marina Protetta "Isole dei Ciclopi", un'area di particolare pregio naturalistico che si estende da Punta Aguzza a Capo Molini nel Comune di Acireale (CT).
Le “Isole dei Ciclopi” costituiscono un piccolo arcipelago formato da tre isolotti principali (Lachea, Faraglione Grande e Faraglione Piccolo) e da quattro grandi scogli disposti ad arco rispetto alla costa. Sono così chiamate perché, secondo la leggenda, rappresenterebbero i massi scagliati da Polifemo ad Ulisse durante la sua fuga.
Le rocce che formano l’arcipelago si sono originate durante la prima delle quattro fasi dell’evoluzione dell’Etna, chiamata Prima fase o fase pre–etnea. Circa cinquecentomila anni fa, a seguito dallo scontro tra le placche euroasiatica ed africana, iniziò un lungo periodo di attività sottomarina che, con l’emissione di lave basiche, diede origine all’Isola Lachea e ai Faraglioni.
Le tipologie di vulcaniti qui riscontrabili sono di quattro tipi: basalti colonnari, quelle con prismi sottili, le ialoclastiti e le lave a cuscino (pillow-lava).
I fondali di tale arcipelago sono prevalentemente rocciosi e generano, di conseguenza, una costa particolarmente frastagliata e piena di anfratti, secche e piccoli canyon. Alla base della scogliera invece il fondale diventa sabbioso. Questa grande varietà di ambienti si riflette in una grande diversità nella fauna e nella flora marina, con la presenza di specie rappresentanti della quasi totalità dei gruppi animali marini presenti nel Mar Mediterraneo. In questi fondali vivono la maggior parte delle alghe conosciute nel Mar Mediterraneo, tra cui alcune forme rare ed endemiche, e piante marine come la Posidonia oceanica che, in questa zona, cresce rigogliosa anche nelle rocce.
Alcuni endemismi sono presenti nella flora e nella fauna terrestre. Piante endemiche sono l’eliotropio e la carlina raggio d’oro, tipici della Sicilia e dell’Italia meridionale. La fauna endemica è rappresentata da due specie di ragno, lo Zelotes messinai e l'Urozelotes mysticus (osservato solo sull'Isola Lachea), e da un rettile, la lucertola della sottospecie Podarcis sicula ciclopica.
Description
The geosite of "Arcipelago dei Ciclopi e Acitrezza" is located in the sea directly in front of Acitrezza (Aci Castello, Catania Province). The geosite is also part of the protected marine area of "Isole dei Ciclopi" a small archipelago consisting of three big islands (Lachea, Faraglione Grande e Faraglione Piccolo) and by four massive rocks. According to the legend, Polyphemus, the cyclops, threw the rocks during the escape of Ulysses.
Four types of volcanic rocks are observable in this area: columnar basalts, thin prisma, hyaloclastites and pillow lavas. The sea around the site reflects a wide variety of flora and fauna. It is populated by a majority of the marine animals living in the Mediterranean and by a large variety of algae and plants, such as Posidonia oceanica.
Finestra di approfondimento: l'Etna
L’Etna, ubicato sulla costa orientale della Sicilia nel territorio di Catania, è un complesso vulcanico costituito essenzialmente da 4 crateri sommitali attivi e da diverse piccole bocche laterali sparse a varie altitudini, dette crateri avventizi. Questo vulcano è il più alto della placca euroasiatica e viene comunemente classificato tra quelli definiti “a scudo” sebbene, vista la tipologia dei prodotti eruttati, possa anche essere considerato uno “strato-vulcano”. La sua altezza varia in base alle sue eruzioni, che ne determinano l’abbassamento e l’innalzamento.
L’Etna si è formato durante il Quaternario (circa 500.000 anni fa). Si ritiene che, prima della sua formazione, al suo posto ci fosse un grande golfo nel punto di contatto tra la Placca euroasiatica a nord e quella africana a sud. L’attrito tra le due Placche diede origine alle prime eruzioni sottomarine, con emissione di lava basaltica molto fluida, e alla nascita dei primi coni vulcanici al centro del golfo primordiale detto pre-etneo. In seguito, il sollevamento tettonico dell’area, insieme all’accumulo di prodotti eruttivi, determinò l'emersione della regione e la formazione di un edificio vulcanico a scudo che costituisce il basamento attuale.
Nel corso del tempo l’attività eruttiva di tipo sia effusivo che esplosivo si è spostata verso l’area attualmente occupata dalla depressione calderica della Valle del Bove. Il continuo spostamento dell’attività vulcanica ha dato luogo alla tipica forma ellittica che caratterizza la struttura principale dell’Etna.
I suoi prodotti, sia lavici che piroclastici, hanno dato origine ad un edificio di dimensioni notevoli che, prima del collasso calderico avvenuto 15.000 anni fa, doveva probabilmente raggiungere i 4.000 metri di altezza. Le eruzioni laterali dell’Ellittico, uno dei centri eruttivi principali, hanno prodotto la graduale espansione laterale dell’edificio vulcanico. L’intensa e continua attività effusiva degli ultimi 15.000 anni ha riempito del tutto la caldera del vulcano Ellittico coprendo in gran parte i suoi versanti e formando il nuovo cono craterico sommitale. Tale attività effusiva, originata sia dalle bocche sommitali che da apparati eruttivi parassiti, ha portato alla formazione del Mongibello, l’edificio vulcanico che forma il complesso in attività.