Comprensorio delle miniere di zolfo Floristella-Grottacalda-Gallizzi e Maccalube di Floristella
Il Parco minerario Floristella-Grottacalda è il più grande sito di archeologia industriale del Mezzogiorno d'Italia. Un vero e proprio museo naturale che racconta la storia dell'estrazione e della lavorazione dello zolfo che, dalla metà del 1800 fino agli anni '80 del 1900, è stata una delle industrie alla base dell’economia siciliana.
Il Parco, ubicato nel territorio comunale di Enna, si estende per circa 400 ettari ed è suddiviso tra le due antiche miniere di Grottacalda e di Floristella, quest’ultima attiva dal 1824 fino al 1986. All’interno del parco sono ancora oggi visibili gran parte delle strutture e delle strumentazioni utilizzate per l’estrazione dello zolfo: discenderie di accesso alle gallerie sotterranee, pozzi di estrazione e grandi forni circolari utilizzati per la fusione e la separazione dello zolfo dagli inerti (i cosiddetti Calcaroni).
Da un punto di vista geologico, l'area è caratterizzata dalla presenza della Serie Gessoso-solfifera, uno spesso corpo roccioso formatosi alla fine del Miocene (Messiniano) durante la ben nota Crisi di Salinità che ha portato all'evaporazione del Mar Mediterraneo con la conseguente deposizione di sedimenti di tipo evaporitico. Tra questi il gesso, il salgemma e il calcare di base da cui si estrae lo zolfo. Lo zolfo siciliano, uno dei più puri al mondo, era considerato della migliore qualità disponibile sul mercato. Esso veniva impiegato per la fabbricazione degli zolfanelli, della polvere pirica, nell’industria chimica a supporto dell’industria pesante e, infine, nell’agricoltura e nella farmaceutica.
Il Parco Minerario è caratterizzato anche da aspetti naturalistici e paesaggistici di rilievo. Nelle immediate vicinanze sono, infatti, presenti una sorgente di acque sulfuree che alimenta il Rio Floristella e, soprattutto, le Maccalube o vulcanelli di fango.
Il parco minerario di Floristella-Grottacalda fa parte del Geoparco Rocca di Cerere al cui interno è possibile osservare interessanti strutture geologiche quali, ad esempio, le grandi pieghe negli strati di gesso di Monte Grande, l’aspra cresta di quarzarenite del Flysch Numidico su cui sorgono le rovine del Castello di Gresti, le splendide tracce fossili (icniti) sempre nel Flysch nelle vicinanze del suddetto Castello, i grandi Karren nel gesso di Cannarella o, ancora, il Lago di Pergusa impiantato su una struttura di sprofondamento tettonico.
All'interno del Parco la vegetazione è variegata per la grande diversità di ambienti. Sono presenti elementi di macchia mediterranea come la ginestra odorosa (Spartium junceum) e la disa (Ampelodesmos mauritanicus); di vegetazione ripariale come il pioppo nero (Populus nigra) il sambuco (Sambucus nigra) l'olmo (Ulmus minor) il frassino (Fraxinus oxicarpa); di vegetazione che cresce in condizioni di umidità come l'equiseto (Equisetum sp.). Inoltre si ritrovano formazioni boschive come l'eucalipto rosso (Eucalyptus camaldulensis), il pino d'Aleppo (Pinus halepensis) e il pino domestico (Pinus pinea). Qui le pinete sono formazioni aperte in cui si insediano arbusti caratterizzati da foglie resistenti e dure (Sclerofille), tra le quali si rinviene principalmente il timo capocchiuto (Thymus capitatus). Modesti querceti formati dalla quercia (Quercus congesta) costituiscono le uniche formazioni boschive naturali; queste occupano un'area ristretta a causa dell'intensa azione dell'uomo.
Description
The "Floristella-Grottacalda" mineral park is located close to the town of Enna in central Sicily. It is the largest industrial geological site in southern Italy. It covers about 400 hectares divided between the two ancient mines of Grottacalda and Floristella, the latter operating from 1824 until 1986. It is rich with the history of the extraction and the processing of sulfur. The sicilian sulfur has a high purity and was used in the chemical industry, in agriculture and in pharmaceuticals.
From a geological point of view, evaporitic rocks belonging to the "Serie Geossoso-Solfifera" outcrop in the area. These outcroppings are from the late Miocene (Messinian). Closer to the park it is possible to observe a sulphurous water spring and mud vulcanos known as "Maccalube".
Around the site the vegetation is varied with traditional elements of the Mediterranean flora.
Finestra di approfondimento: le Maccalube
Le Maccalube, o vulcanelli di fango, sono un raro fenomeno geologico chiamato vulcanesimo sedimentario. Il fenomeno si manifesta quando si ha la presenza di gas in pressione, in prevalenza metano, sottostante a livelli alternati di argille e acqua perlopiù salmastra. I gas, a causa della pressione, sfuggono verso l’alto e arrivano in superficie trascinando con sé acqua e argilla. Questi afflussi di gas, acqua e argille danno luogo in superficie a coni di fango alla cui sommità, come tanti piccoli vulcani, si hanno continue eruzioni.
Periodicamente le maccalube sono sconvolte da improvvise e potenti esplosioni, definite ribaltamenti, dovute alla chiusura delle discontinuità nel terreno da cui fuoriesce il gas. Questo si accumula nel sottosuolo e, quando la pressione interna supera quella del peso dei sedimenti, esplode violentemente formando delle fontane di fango e acqua che arrivano anche a diversi metri di altezza.