La flora siciliana

Il complesso floristico siciliano è la risultante di una serie di processi che, soprattutto negli ultimi cinquant’anni per il costante intervento umano, hanno costituito un paesaggio con aspetti vegetazionali naturali, semi-naturali e umano-rurali sempre più integrati fra loro.

La check-list della flora vascolare italiana (Conti et al., 2005) riporta per il territorio italiano 7634 taxa vegetali di cui 3010 per la Sicilia. Il recente aggiornamento di Raimondo et al. (2010) identifica per la flora siciliana circa 3252 taxa specifici e intraspecifici, in gran parte nativi ma con elementi naturalizzati. Di questi taxa 137 specie, oltre il 4%, sono tutelate da normative nazionali ed internazionali.

Le formazioni boschive naturali sono tendenzialmente disetanee (cioè di diversa età), spesso rese più o meno coetanee dall’azione di incendi o da utilizzazioni, il cui strato arboreo è caratterizzato principalmente dalla dominanza di diverse specie “sorelle” afferenti al gruppo polimorfo della roverella (Quercus pubescens s.l.) e, in minor misura, dal leccio (Quercus ilex), dal faggio (Fagus sylvatica), dall’orniello (Fraxinus ornus) e dall’acero campestre (Acer campestre).

Le diverse specie di quercie, con caratteri morfologici distintivi non sempre facilmente apprezzabili, danno origine a formazioni spesso ben differenziate dal punto di vista ecologico. In particolare la quercia virgiliana o castagnara (Quercus virgiliana) partecipa assieme alla quercia amplifolia (Quercus amplifolia) alla costituzione di boschi misti di specie sempreverdi e caducifoglie a carattere prevalentemente termofilo, insediati sia su substrati rocciosi di natura prevalentemente calcarea, nella zona collinare e submontana fino a circa 1.300 m. Molto meno frequenti sono le altre specie appartenenti al ciclo della roverella, come la quercia congesta (Quercus congesta) che prende parte alla formazione di boschi misti acidofili su substrati silicei nel piano submontano e montano (500-1.300 m); la quercia di Dalechamps (Quercus dalechampii) è frequente nei boschi misti, su substrati silicei, in stazioni ubicate tra 700 e 1.800 m di quota.

Di particolare rilievo è il contingente di specie endemiche tipiche delle aree mediterranee o delle aree montuose siciliane come il cardoncello siciliano (Carduncellus pinnatus), il salice pedicellato (Salix pedicellata), il salvione giallo (Phlomis fruticosa) la salvia argentea (Salvia argentea), il giaggiolo siciliano (Iris pseudopumila), la camomilla delle Madonie (Anthemis cupaniana), e il garofano rupicolo (Dianthus rupicola); mentre tra le specie legnose che caratterizzano il paesaggio forestale siciliano, meritano particolare attenzione alcuni endemismi e/o specie rare o in condizione relitta quali Abies nebrodensis, Zelkova sicula, Fraxinus excelsior subsp. siciliensis, Taxus baccata, Quercus cerris subsp. gussonei, Celtis tournefortii subsp. asperrima, Pyrus sicanorum, Pyrus castribonensis, Rhamus lojaconoi.

Le formazioni arbustive hanno, in prevalenza, una copertura in genere discontinua e si intercalano spesso ad aspetti di vegetazione di prateria, pascolo o anche formazioni boschive rade; tra le arbustive, si annoverano diverse specie fra le quali assumono particolare frequenza l'asparago spinoso (Asparagus acutifolius), la ginestra spinosa (Calicotome infesta), la vitalba (Clematis vitalba), i biancospini (Crataegus monogyna, Crataegus laciniata), lo gnidio (Daphne gnidium), il caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca), il caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa), il pero mandorlino (Pyrus amygdaliformis), il prugnolo (Prunus spinosa), la robbia selvatica (Rubia peregrina), il pungitopo (Ruscus aculeatus), la stracciabrache (Smilax aspera).

Negli ambiti contraddistinti da suoli silicei, acidi o acidificati, profondi e più o meno evoluti, sono particolarmente frequenti alcune specie calcifughe come il corbezzolo (Arbutus unedo), il citiso trifloro (Cytisus villosus) e l'erica arborea (Erica arborea). Nello strato erbaceo dei querceti basifili si rinvengono l'arisaro comune (Arisarum vulgare), l'asplenio maggiore (Asplenium onopterís), la stellina esile (Asperula laevigata), la carice mediterranea (Carex distachya), il ciclamino primaverile (Cyclamen repandum), il ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium), l'euforbia delle faggete (Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula), l'erba lucciola mediterranea (Luzula forsteri), la peonia maschio (Paeonia mascula), il pigamo della Calabria (Thalictrum calabricum) e la viola di Dehnhardt (Viola alba subsp. dehnhardtíi).

Nei querceti acidofili sono frequenti il cardo pallottola meridionale (Echinops sículus), il clinopodio dei boschi (Clinopodiuni vulgare subsp. arundanum), l'erba limona bianca (Melittis albida), la fienarola moniliforme (Poa sylvicola), l'incensaria odorosa (Pulicaría odora) e il camedrio siciliano (Teucrium siculum). Nella costituzione dei boschi più termofili partecipano gli elementi della macchia, come l'olivastro (Olea europaea var. sylvestris), il tè siciliano (Prasium majus), il camedrio femmina (Teucrium fruticans), e il legno-puzzo, volgarmente chiamato “carrubbazzo“ (Anagyris foetida) e molti altri.

Interessante e varia è la vegetazione dei corsi d’acqua e delle gole; le specie arboree ripariali più comuni sono il pioppo nero (Populus nigra), il pioppo bianco (Populus alba), il frassino meridionale (Fraxinus angustifolia), i salici (Salix alba, Salix pedicellata) e l’Olmo canescente (Ulmus canescens), diffusi negli ambienti più freschi; nelle aree più calde prevalgono gli arbusti quali il terebinto (Pistacia terebinthus), l’oleandro (Nerium oleander), il rovo comune (Rubus ulmifolius), il gigaro chiaro (Arum italicum), l’equiseto massimo (Equisetum telmateia) e il tamaro (Dioscorea communis). Questa vegetazione, con altre specie quali la cannuccia del Reno (Arundo pliniana) e il tamerice gallico (Tamarix gallica), si ritrova anche nei valloni e nei pressi dei torrenti a carattere stagionale.

Molte zone destinate al pascolo, ospitano invece, specie rilevanti dal punto di vista botanico come il giaggiolo siciliano (Iris pseudopumila), la poligala di Presl (Polygala preslii), l’astralago di Huet (Astragalus huetii) e il cardo corimboso (Carduus corymbosus) ed anche diverse specie d’orchidee come l’orchidea di Branciforti (Orchis brancifortii), tutte specie con limitata distribuzione geografica o endemiche.

Le aree completamente libere da vegetazione arbustiva o arborea ospitano prevalentemente l’ampelodesma (Ampelodesmos mauritanicus); di grande interesse botanico, sono inoltre gli ambienti rocciosi, con una vegetazione arbustiva molto sviluppata, dominata dall’euforbia arborescente (Euphorbia dendroides) e dall’olivastro (Olea europaea var. sylvestris), ma capaci di ospitare negli anfratti o in ambienti particolarmente difficili, diversi endemiti di rilevante interesse; fra le rupestri più interessanti si annoverano la camomilla delle Madonie (Anthemis cupaniana), la bocca di leone siciliana (Antirrhinum siculum) ed il cavolo rupestre (Brassica rupestris).